Il 29 aprile 2013 abbiamo inviato le nostre osservazioni alla variante 2013 del PSC (il piano strutturale comunale che definisce il futuro assetto della città di Maranello nei prossimi anni). L’iter prevedeva vari passaggi tra i quali il passaggio in commissione, le controdeduzioni e la votazione finale in consiglio comunale il 30 Luglio 2013 con “scontato” esito favorevole, mentre per quanto riguarda le nostre osservazioni, non sono state approvate. Ma è stata l’occasione per capire molte cose (anche se non tutte) inerenti alle scelte dell’amministazione.
Ma andiamo con ordine. Per maggior chiarezza e trasparenza riporteremo integralmente le nostre osservazioni (M5S) e le controdeduzioni dell’amministrazione (AMM). E’ bene che ogni cittadino legga nel dettaglio perchè qui si parla dei prossimi 15 anni della città di Maranello.
AMM
L’osservazione presentata dal Movimento 5 stelle si caratterizza come richiesta di informazioni o chiarimenti su alcuni punti della variante, oltre che come richiesta di modifica delle scelte effettuate in sede di adozione.
Per poter redigere una controdeduzione, si procedere alla distinzione dei singoli punti dell’osservazione e contestualmente si propone la risposta puntuale.
Si segnala inoltre che nell’osservazione sono presenti alcuni punti caratterizzati da valutazioni sulle scelte effettuate, senza precisare correttamente le modifiche da apportare agli strumenti adottati. In questo caso non si è proceduto con la controdeduzione in quanto non vi è un precisa istanza di variazione.
M5S
Dal punto di vista del consumo di suolo la variante al PSC prevede un incremento del trend di espansione residenziale e di consumo di suolo del 10% rispetto al piano vigente, che comportava anch’esso un ulteriore aumento del 9% sul piano Originario. Il dimensionamento complessivo del Psc oggetto di approvazione è di 1.812 alloggi rispetto ai 1.561 del piano originario ed ai 1.702 del piano vigente. Dei 1.812 alloggi previsti, ben 1.022 sono in aree di nuova espansione (AN) e 415 alloggi dalla riqualificazione dell’esistente (AR).
AMM
La variante al PSC non prevede un incremento di consumo del suolo del 10% come indicato nell’osservazione, anzi riduce di circa 3 ettari (29.989 mq) il territorio urbanizzabile, riportandolo come territorio rurale.
Infatti, la revisione delle scelte insediative consente di poter attuare delle politiche di riqualificazione e densificazione dei suoli già urbanizzati, non andando a consumare nuove aree.
Si segnala che il PSC vigente ha un dimensionamento, in termini di alloggi previsti tra la capacità edificatoria residua del vecchio PRG e quella individuata dal nuovo piano, pari a 1.702 unità. Detto numero, calcolato su un periodo di attuazione delle politiche di piano in un arco temporale di 15 anni, era stato maggiorato del 9% al fine di poter disporre di una capacità edificatoria aggiuntiva per raggiungere effettivamente l’obiettivo del fabbisogno abitativo previsto. Ossia i 1.561 alloggi calcolati in fase di redazione del piano sono diventati 1.702 nella versione approvata.
La variante adottata a febbraio 2013 propone di aumentare la potenzialità edificatoria prevista, al fine di avviare concretamente due grandi interventi di riqualificazione urbana. Il dimensionamento della variante adottata è pertanto di 1.812 alloggi, come descritto in modo dettagliato nella relazione illustrativa.
Variante 6 – Ar2f Cemar
M5S
La riqualificazione di una ex area industriale dismessa come la Cemar è di per se importante per la cittadinanza. Quello che risulta particolarmente difficile da capire è per quale motivo si sia ampliato il perimetro dell’area “Cemar” integrando una porzione di suolo agricolo trasformandolo in suolo urbanizzabile nell’ottica di una eventuale futura espansione. L’area oggetto di riqualificazione è di 49.358 mq alla quale vanno aggiunti ulteriori 9.244 mq di suolo agricolo con un aumento di superficie superiore al 18%.
Inoltre, la percentuale degli alloggi previsti in Classe A è del 60%. Considerata la valorizzazione dell’intervento, si sarebbe potuto richiedere il 100% degli alloggi in classe A come vero e proprio quartiere a bassissimo impatto energetico (Tra l’altro il cartello pubblicitario presso la Cemar pubblicizza il quartiere come esclusivo a classe A).
AMM
La variante al PSC per l’ambito Cemar prevede un incremento della ST del comparto da 40.114 mq a 49.358 mq (+ 9.244 mq) e i restanti 9.493 mq interessati dall’accordo con il privato rimangono territorio rurale.
Le scelte della variante sono state determinate con la proprietà dell’area, in un confronto finalizzato alla definizione delle scelte strategiche di riqualificazione dall’ex-ceramica “Cemar” e inserite in un accordo ai sensi dell’ari 18 L.R. 20/00 e smi.
Nell’accordo e nella variante è indicato come si sia scelto di far coincidere la trasformazione dell’ambito con le aree già interessate dallo stabilimento produttivo o dalle sue urbanizzazioni (reti, piazzali, ecc.).
Variante 7 – Ar2f Torre Oche
M5S
Rispetto alla riqualificazione del comparto Cemar, in questo caso si tratta di un passaggio da “Riqualificazione Ambientale” del PSC originario ad una “Riqualificazione urbanistica” oggetto della variante attuale. Vorremmo capire per quale motivo era stata prevista originariamente una riqualificazione ambientale con ripristino a territorio rurale, per poi passare ad un vero e proprio progetto edificatorio su una superficie di 12.760 mq dei quali 9.222mq sul territorio di Maranello.
AMM
Il piano vigente identificava l’ambito produttivo della ceramica Piemme in località Torre Oche come “Situazione che il PSC definisce incongrua, non compatibile con il territorio rurale.”, in quanto caratterizzato da: “Condizioni critiche, per l’evidente incompatibilità ambientale. Area completamente impermeabilizzata. Indispensabile il collegamento con il PSC di Fiorano, per qualunque decisione riguardante l’ambito”.
Il PSC come orientamento di pianificazione generale indicava “Riqualificazione dell’area previo trasferimento dell’azienda” da attuarsi mediante un intesa con il Comune di Fiorano Modenese.
Il piano vigente prevedeva quindi una potenzialità edificatoria per attività produttive da de-localizzare in altri ambiti, al fine di consentire la prosecuzione dell’attività insediata e al contempo indicava come obiettivo generale la demolizione dei fabbricati presenti e il ripristino di condizioni ambientali di tipo naturalistico. (altro…)
44.524760
10.865500
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