La sicurezza è un tema fondamentale ed importante e come tale lo trattiamo.
L’emendamento (e non progetto sicurezza) proposto dal Consigliere Barbolini Luca (candidato Sindaco sostenuto da Lista Civica per Maranello, Forza Italia, NCD, Fratelli D’italia e Lega Nord) e il Consigliere Vincenzo Zippo (Forza Italia), prevedeva la realizzazione di una “videosorveglianza di tipo evoluto” con un costo previsto 75.000 Euro.
Considerato che a tutt’ora non è stato chiarito cosa si intendesse “tipo evoluto“, l’emendamento prevedeva di recuperare l’importo necessario attuando tagli e azzeramenti ad diverse voci di bilancio (alcune condivisibili, altre assolutamente in contrasto con il nostro programma), a seguire alcuni esempi:
progetto consumo consapevole da 4100 euro a 0 euro
iniziative partecipazione da 2.000 euro a 0 euro
iniziative di promozione alla lettura da 5900 euro a 3900 euro
abbonamenti a quotidiani e riviste da 3800 a 2800
acquisto libri e riviste per biblioteca da 13000 euro a 7.000 euro
contributi iniziative culturali- bando da 7600 euro a 4100 euro
pari opportunità da 2650 a 0 euro
attività didattico educative da 3.750 a 2750 euro
L’emendamento per come è stato presentato, per le soluzioni che proponeva e per i tagli che suggeriva non ha trovato la nostra condivisione.
La videosorveglianza (fine a se stessa) non risolve il problema (differente invece il discorso dei varchi). Inutile girarci intorno, il grosso del problema è legislativo è lì che occorre dare una svolta radicale, altrimenti il rischio è quello di continuare a spendere soldi e tempo in iniziative e progetti inefficaci.
La scelta di ricorrere a sistemi di videosorveglianza sugli spazi pubblici è motivata principalmente dal proposito di ridurre la criminalità e di migliorare la percezione di sicurezza nella popolazione.
Occorre però fare una distinzione tra la funzione di deterrenza, che è la capacità dello strumento di prevenire il reato (scoraggiare atti criminosi), e una funzione di detection, che è la capacità dello strumento di identificare l’autore del reato, una volta che questo è stato commesso.
Diverse ricerche internazionali e esperti coinvolti nel progetto europeo “Citizens, cities and video surveillance” rilevano che le videocamere hanno reale efficacia nell’affrontare crimini e reati gravi che avvengono in luoghi perimetrati (esempio rapine in banca o le violenze che avvengono all’interno degli impianti sportivi), mentre non producono un impatto significativo sulla criminalità in spazi pubblici ampi e caratterizzati da molteplici vie di accesso e di fuga.
Esempi concreti: secondo dati riportati da Scotland Yard, nonostante la Polizia abbia a disposizione ben 60.000 telecamere nella sola capitale inglese, solo il 3% dei reati predatori di strada vengono risolti a Londra grazie all’ausilio delle telecamere. Una ricerca francese effettuata a Saint-Etienne, ancora, rileva che non più del 2% dei fatti criminosi che avvengono negli spazi pubblici vengono risolti grazie all’uso delle immagini videoregistrate.
Un dossier francese a cura di Laurent Mucchielli raccoglie alcuni dati sui costi economici dei sistemi di videosorveglianza installati in due città: Saint-Etienne e Lyon. A Saint-Etienne, una città di quasi 180.000 abitanti, dal 2001 sono presenti 67 videocamere per un costo annuale di 1,3 milioni di euro considerando il costo dell’impianto, i costi di manutenzione e la retribuzione dei 28 agenti incaricati di controllare le immagini ricevute. Nel 2008 le videocamere hanno permesso di avviare 130 procedimenti giudiziari contro gli autori dei reati videoregistrati, a fronte dei 10.532 reati accertati dalla polizia nazionale. Come accennato in precedenza, questo significa che le videocamere sono stati efficaci nel trattare l’1-2% dei reati avvenuti sul suolo pubblico.
A Lyon, analogamente, a fronte di un costo annuale che si aggira tra i 2,7 e i 3 milioni di euro, i sistemi di videosorveglianza hanno permesso di trattare circa l’1,6% dei fatti criminosi nel 2008.
Un costo esorbitante che grava sui cittadini delle città in cambio di risultati molto deboli.
Detto ciò riteniamo che la videosorveglianza sia uno strumento a disposizione e non la soluzione del problema, che come più volte ribadito pensiamo sia prevalentemente normativo e applicativo delle leggi.
In merito ai VARCHI, che ci teniamo ancora una volta a precisare essere uno strumento differente dalla videosorveglianza, poichè consente di avere un’allerta prima che si verifichi un probabile reato, la nostra visione è assolutamente positiva e di condivisione sull’utilizzo e l’installazione di questo sistema.
Nonostante ciò stiamo comunque lavorando su alcune di proposte che ci auguriamo portino a risultati concreti e che presenteremo non appena pronti.
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