Torniamo a parlare di amianto, e lo facciamo partendo dal “ritiro gratuito a domicilio“. Eh si perchè a parole è davvero una iniziativa di tutto rispetto, ma forse è meglio analizzare a fondo questo tema. Non tutti sanno che la procedura per lo smaltimento dei materiali contenenti amianto nella sua prima versione di febbraio 2008 prevedeva il conferimento dei rifiuti contenenti amianto presso le stazioni ecologiche attrezzate ritenute idonee e tale scopo, ma è stata revisionata e modificata a seguito della nuova normativa sui Centri di Raccolta (CdR, ex SEA), che non consente di continuare a conferire presso i CdR i rifiuti contenenti amianto. Quindi ecco il primo elemento di attenzione: non è possibile conferire amianto nei centri di raccolta (isole ecologiche). Allora come fare? Il servizio gratuito di ritiro dei materiali contenenti amianto di HERA è l’unico metodo. E cosa è necessario fare? Ecco il secondo elemento di attenzione: trattandosi di materiale potenzialmente pericoloso, non è possibile smontarlo e renderlo disponibile così com’è al gestore del servizio di smaltimento, ma è necessaria la bonifica e la segregazione del materiale. E’ necessario compilare il “piano di lavoro semplificato” scaricabile sul sito dell’ AUSL, e consegnarlo in triplice copia all’AUSL – Servizio di Prevenzione e Sicurezza Ambienti di Lavoro (SPSAL) competente per territorio per la timbratura necessaria per procedere alla rimozione e al successivo conferimento, poi è necessario contattare Hera per concordare tempistiche e modalità di ritiro a domicilio dei rifiuti di amianto. Ma quello che non è chiaro a tutti è che è necessario trattare il manufatto su tutta la superficie con un prodotto incapsulante certificato di tipo D (colla tipo vinilica) in soluzione acquosa, colorata (eventualmente aggiungendo alcune gocce di vernice colorata), con il metodo a spruzzo a bassa pressione (utilizzando una pompa a spalla o una spruzzetta manuale) o a pennello, prima della sua rimozione, poi è possibile rimuoverlo ed è necessario racchiuderlo con teli di plastica sigillati con nastro adesivo (confezionando singolarmente lastre e pannelli), tenendo il materiale rimosso e opportunamente trattato e confezionato fino alla data concordata per il ritiro. In pratica il cittadino ha si il ritiro gratuito, ma ha due possibilità: o chiama una ditta che gli bonifichi il materiale o lo fa da solo seguendo quanto prescritto nel piano di lavoro concordato con l’AUSL, altrimenti Hera può rifiutarsi di ritirarlo facendo pagare delle penali per il mancato ritiro. Insomma il servizio in se è la parte più facile, resta molto più problematica la parte burocratica (moduli ed uffici da contattare) e quella operativa di bonifica dall’amianto. Dulcis in fundo, ci sono limiti sulle quantità conferibili (ad esempio il numero di pannelli piani e/o ondulati conferibili è di n.6 corrispondenti a circa 12 mq). E se un cittadino ha quantità superiori a quelle segnalate? Ai posteri l’ardua sentenza.
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